India – Calcutta | Park Circus Station

La città di Kolkata evoca, nel nostro immaginario, sofferenza umana e sovraffollamento.
L’unione di tre villaggi, Govindapur, Kalikata e Sutanati, sulle rive del fiume Hooghly ci restituiscono una visione di immense baraccopoli dove vivono 20 milioni di persone.
Nella zona est della città si trova la stazione ferroviaria di Park Circus Station. Non è una stazione come le altre perché ai bordi dei binari si snoda un lungo serpentone di baracche improbabili, erette con materiali di fortuna trovati nelle tante discariche della capitale del Bengala.
Plastica, teli, lamiere sono i componenti principali di baracche dove vivono migliaia di persone.
I bambini giocano tra i binari scansandosi all’arrivo dei treni in uscita e in entrata nella stazione, le donne cucinano in fornelli improvvisati o stendono il bucato sulla massicciata. Mancano i servizi igienici, l’acqua e la luce…si sopravvive nella disperazione e nella capacità tutta indiana di sopportare la vita più difficile. Aspettano l’arrivo dei treni e appena rallentano, salgono con la speranza di trovare del cibo abbandonato da qualche viaggiatore o vendere quel poco che riescono a produrre.
Ho lavorato a più riprese nella “Città della Gioia” testimoniando i progetti che Pangea Onlus ha realizzato per le donne disabili che vivono in questo inferno. Difficile restituire l’atmosfera umana che si respira in un contesto così degradato e molto lontano dalla nostra immaginazione di occidentali. Eppure ho trovato sorrisi, nonostante tutto, e nessuna aggressività oggettivamente ipotizzabile.
La povertà e la sofferenza di una vita segnata, non ha dimenticato la dignità di chi subisce un destino mai voluto.

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