La politica del dittatore rumeno Nicolae Ceausescu, tra l’altro, vagheggiava una grande Romania e la politica demografica era volta all’aumento della popolazione verso numeri sempre maggiori.
Per questo motivo l’aborto era considerato fuori legge. Il risultato negli anni fu un aumento dei bambini nati, spesso in condizioni di povertà, e abbandonati dalle famiglie indigenti.
Il fenomeno dei bambini di strada “copii strazii” ancora oggi è presente nel Paese nonostante il ripetuto impegno delle autorità. Non sono censiti e questo li espone a ogni possibile violenza e abusi.
Sono migliaia sparsi nella capitale e molti di loro vivono nelle fogne della città non solo per cercare un riparo meno visibile ma anche per superare le rigide temperature invernali.
Sopravvivono mendicando, scippando o prostituendosi in cambio di cibo, vittime di reti criminali che li portano in altri paesi costringendoli procurare denaro con ogni mezzo.
Organizzazioni umanitarie si sono occupati di questo fenomeno, prima tra tutte Parada, cercando di togliere dalla strada quanti più bambini possibile e cercare di dare loro un futuro meno complicato.
Ho lavorato in un piccolo centro a Valcea, 200km. a nord/est di Bucarest. In un Istituto che raccoglieva alcuni di questi ragazzi, ospitandoli e tentando un recupero alla loro vita.